Media e Guerra – 1 marzo

Media e Guerra – 1 marzo

1 MARZO

 

teatro della dodicesima

MEDIA E GUERRA

1 Marzo ore 18:00

I mass media possono influenzare il corso di un conflitto? E fino a che punto hanno la capacità, e la volontà, di rappresentare la realtà di una guerra’? Ripercorriamo la storia del rapporto tra mass media e conflitti, analizzando il ruolo che giornali, radio, televisioni hanno svolto nelle guerre del XX secolo, considerando i diversi contesti, la trasformazione nelle strategie belliche e lo sviluppo delle tecnologie della comunicazione.

Federica D'Alessio

Giornalista freelance. Cura inchieste e analisi su fenomeni sociali e politici, particolarmente legati ai movimenti delle donne, delle persone immigrate e in generale delle classi subalterne.

Mario Boccia

Mario Boccia e' un fotografo e giornalista specializzato in reportage sociali e di attualita' internazionale. Da “free lance” collabora e pubblica articoli e fotografie con le maggiori testate giornalistiche italiane.

Sabato Angieri

Sabato Angieri è un giovane e brillante giornalista, passato anche al mondo della televisione come corrispondente di guerra dall’Ucraina.
Lei, Adriano Olivetti

Lei, Adriano Olivetti

16 Febbraio - Ore 17:30

 

TEATRO DELLA XII

LEI, ADRIANO OLIVETTI

LO SPETTACOLO

Perché proprio uno spettacolo su Olivetti?

“Potremmo dire che si trattava di una nostra passione ma la verità è ancora più interessante. Diciamo che la vita ci ha proposto di iniziare questo viaggio sulle orme di Adriano… In sincerità, di lui e del suo mondo sapevamo poco ma iniziammo alacremente a studiare, guardare video di documentari e conferenze, leggere testi… E più studiavamo e più eravamo affascinate da quella figura che ci arricchiva i pensieri e metteva in discussione il nostro sguardo sul mondo… Un richiamo che ci ha condotto, attraverso esplorazioni dentro e fuori di noi, a un luogo di scoperta e di creazione…“ (Gloria Cuminetti e Giulia Cammarota).

“LEI, Adriano Olivetti” è uno spettacolo inedito, frutto di ricerche, studi, approfondimenti e incontri e ci conduce attraverso le pieghe dell’uomo, dritti al cuore dell’imprenditore eporediese.

Portare in scena, nel cuore delle Officine ICO, in un Salone dei 2000 riqualificato e straordinariamente bello, uno spettacolo teatrale che parla di lui è, al contempo, coraggioso e un po’ incosciente.

La compagnia teatrale “LI Teatro” ci regala uno sguardo al femminile sensibile e attento, sulla persona di Adriano, sulle sue passioni e contraddizioni e sul fuoco che lo animava.

Una scenografia essenziale, due attrici che riempiono lo spazio con gesti accurati nei quali nulla è lasciato al caso, una lettura nuova e stimolante che perlustra l’essenza del genio visionario alla ricerca di ciò che pensiamo possa, in qualche modo ancora oggi, accomunarci a lui.
LA COMPAGNIA

Gloria Cuminetti e Giulia Cammarota, insieme, costituiscono la compagnia Li Teatro che offre un doppio sguardo sul mondo: uno basso, per discendere nel profondo significato delle cose ed uno alto, per risalire e planare sul reale, trasformandolo con azioni artistiche.
“LEI, Adriano OLIVETTI” è la prima opera interamente ideata, costruita e realizzata dalle due artiste.
Lo spettacolo ha debutto nel novembre 2021, per “Albino in Transizione”, associazione di cittadini attivi sul territorio bergamasco. Nel dicembre 2021 vincono il bando “STARTandGO – il teatro si fa impresa”.
Nel 2022 portano lo spettacolo presso Confindustria Bergamo.

LE ATTRICI
Gloria Cuminetti

Nata ad Albino nella provincia di Bergamo il 09/05/1989.
Diplomata al Liceo Socio-Psicopedagogico. Inizia l’Università di Psicologia che però interrompe per intraprendere e completare gli studi artistici presso l’Accademia del Teatro Stabile di Torino. Successivamente si forma presso la
Scuola di Counseling Umanistico-Spirituale (Asso Counseling), a Torino. Si diploma e diventa Counselor nel Dicembre 2022.
Guida percorsi teatrali per ragazzi e laboratori legati all’arte e al benessere nelle scuole superiori.
Negli anni le si fa sempre più chiaro come il mondo dell’arte, quello della psicologia e della spiritualità siano uniti da un filo comune.
Ha lavorato in diversi spettacoli e compagnie, ma solo grazie alla nascita della compagnia “Li Teatro” sente di trovare un senso profondo alla vocazione artistica e di ricerca che coltiva da anni.
Giulia Cammarota

Nata a Torino il 23/01/1990.
Diplomata in tre scuole: Liceo Artistico Renato Cottini (2004/2009), scuola di Teatro Galante Garrone
di Bologna col titolo di attrice di prosa (2012/2014) e scuola professionale per artisti di circo contemporaneo
Cirko Vertigo, dove si specializza nella disciplina di filo teso (2012/2014).
Diverse sono, durante gli studi e successivamente, le esperienze artistiche lavorative sia come artista che in ambito formativo nella quali si cimenta e sperimenta.

Con il Patrocinio dell’Associazione Archivio Storico Olivetti.

CREDITS

Soggetto e regia: Giulia Cammarota e Gloria Cuminetti

Approfondimenti: Alberto Peretti

Supervisione artistica: Mauro Di Maio

Musiche originali: Kawari

Costumi: Abracadabra

Immaginare un mondo comune. Esercizi di pensiero con Adriano Olivetti

Immaginare un mondo comune. Esercizi di pensiero con Adriano Olivetti

14 FEBBRAIO 2024 - 18:30

Q-OPERA 4.0

Un viaggio nelle idee di Adriano Olivetti per connettere passato e presente alla ricerca delle risposte ad alcuni dei temi cruciali del nostro tempo. Veri e propri esercizi di pensiero con cui l’autrice riconduce all’attualità un esperimento sociale e culturale straordinario, realizzando quel patto generazionale indispensabile per un futuro davvero sostenibile. Questo libro non è soltanto un’occasione per conoscere e comprendere la figura di Olivetti; è un vero e proprio appello a riscoprire il valore del progetto e dell’utopia come strumenti concreti per costruire una società davvero solidale e progressista.

Q-OPERA 4.0 <span class="dashicons dashicons-calendar"></span>

Q-OPERA 4.0

𝐿𝒶 𝑀𝓊𝓈𝒾𝒸𝒶 𝐵𝑒𝓁𝓁𝒶 𝒹𝒶 𝓋𝑒𝒹𝑒𝓇𝑒
𝐶’è 𝑢𝑛 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑎𝑟𝑟𝑖𝑣𝑜 𝑑𝑖 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑒 𝑖𝑑𝑒𝑒 𝑐𝘩𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑒𝑟𝑎𝑛𝑛𝑜 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑑𝑜 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑖𝑚𝑒𝑟𝑠𝑖 𝑎𝑡𝑡𝑟𝑎𝑣𝑒𝑟𝑠𝑜 𝑑𝑖 𝑛𝑜𝑖.

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Appuntamento al Foyer

Appuntamento al Foyer

Si rinnovano i nostri appuntamenti presso il foyer del nostro teatro con le presentazioni dei libri, “La Promessa” di Fasciano e “Gigi Proietti” di Pallottini. Appuntamento il 6 e 13 Dicembre.
Vi Aspettiamo

La promessa. Un pastore, la guerra, un amore

La Promessa è il romanzo di una storia vera, fatta d’amore e di ferro, raccontata dall’autore, Gianlivio Fasciano, nella lingua autentica e commovente di un pastore, Romolo, nato a Mastrogiovanni l’11 agosto 1921 da Simone Di Meo e Gloria Verrecchia. Mastrogiovanni è un paesino, così piccolo, che si perde tra i monti “Sopra Caserta, sotto la Ciociaria, verso l’Abruzzo, dentro il Molise”. La storia di Romolo, delle sue vacche, del suo amore per Giovanna, e della chiamata, prima, alla leva e poi in guerra, era una storia destinata all’oblio, o al ricordo di pochi, ma oggi, grazie alla scrittura di Gianlivio Fasciano, è possibile leggerla, emozionarsi, e fare tesoro di un mondo del passato, le cui radici sono piantate in ognuno di noi. Come Pasolini, Gianlivio Fasciano è convinto che i contadini e i pastori volessero restare tali, desiderassero vivere felici nonostante la durezza del lavoro. Neppure la guerra, che costringe Romolo a diventare soldato, riesce a snaturarlo. “Avrei voluto alzare le mani e arrendermi, dire che ero solo un pastore di Mastrogiovanni anche se tenevo un fucile tra le spalle”. Questo romanzo si iscrive nella grande tradizione della letteratura civile.

Gigi Proietti. Insegnamenti e chiacchiere sul teatro, sull’attore

Il primo docu-libro che attraverso le parole dello stesso Gigi Proietti racconta la sua visione del teatro, della recitazione, dell’arte scenica e di tante altre amenità di cui è composta la sensibilità di un artista. Un libro leggero, divertente e divertito, come il suo protagonista, che, con l’ironia, l’aneddoto comico e la risata, ha saputo insegnare a decine e decine di futuri attori e attrici come dire una battuta, come far arrivare al pubblico un pensiero, come rendere chiaro un sentimento o efficace una pausa e soprattutto l’amore per la conoscenza: «Senza conoscere non vai da nessuna parte, giovano’!». Grazie anche alla voce di tanti colleghi e amici, che hanno voluto condividere i propri ricordi del grande maestro con chi non ha avuto la fortuna di conoscerlo, il volume offre una testimonianza della sua vocazione per l’insegnamento di un mestiere bellissimo, pieno di gioie e soddisfazioni, ma anche traboccante di sudore, frustrazioni e lacrime; un mestiere che, come ripeteva spesso, «Non te l’ha comandato il medico!».

Open Days Teatro Bambini

Open Days Teatro Bambini

Il 28 Novembre il Teatro della XII apre il proprio palcoscenico a tutte e tutti per le lezioni gratuite di teatro per i bambini! Vieni a vivere un’emozione unica e scopri la magia della recitazione insieme a noi. ✨

Bambini

TeatroGiocando – Laboratorio creativo 3/5 anni

Il corso si pone l’obiettivo di avvicinare i bimbi più piccoli al mondo del teatro, attraverso attività ludiche e di apprendimento. Il gioco diventa un tramite per sviluppare la fiducia in sè stessi, l’ascolto, il contatto con gli altri, le capacità relazionali e l’autostima.
Attraverso improvvisazioni teatrali, l’uso della musica e una serie di esercizi, i bambini esploreranno le proprie capacità creative, indagheranno l’espressività del corpo e l’uso della voce.
Le tematiche proposte durante il laboratorio creativo, che mirano a creare una restituzione finale del corso, avranno lo scopo di sensibilizzare i bimbi ai valori fondamentali per la loro crescita e al rispetto del prossimo e della natura.
Lo spettacolo che li vedrà protagonisti sarà caratterizzato da una piccola drammaturgia creata durante l’anno e dai costumi che verranno realizzati insieme, attraverso materiali di riuso.

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Bambini

Laboratorio creativo 6-10 anni

Fabbrica Teatrale
LABORATORIO CREATIVO PER BAMBINI 6-10 anni
a cura di Ania Rizzi Bogdan
h 1.5 settimanali

È un corso che si propone di avvicinare i bambini più grandi alle tecniche base della recitazione e della drammaturgia, per permettere loro di esplorare il variegato mondo delle emozioni attraverso il teatro come mezzo di sviluppo dell’espressività, delle inclinazioni individuali e della propria creatività.
Il palcoscenico immaginario diventerà luogo di incontro dove apprendere insieme ai propri compagni gli elementi del teatro, attraverso il gioco, l’uso della musica e le improvvisazioni e dove poter sviluppare la creatività, valorizzare la personalità, stimolare la fantasia, migliorare le capacità di apprendimento e vincere le proprie insicurezze.

Il corso si svilupperà in due fasi:
nel primo semestre, attraverso un approccio psicomotorio e di gioco si lavorerà sul corpo, sul ritmo, l’ascolto, la fiducia, la coordinazione e sul gruppo. Porremo le basi di una drammaturgia teatrale originale che avrà come tematica i valori i fondamentali per la crescita dell’individuo;
Nella seconda fase si allestirà lo spettacolo teatrale che andrà in scena alla fine del corso, rafforzando il gruppo, imparando a gestire varie responsabilità e imparando a vivere lo spazio scenico.

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Corso di sceneggiatura e drammaturgia

CORSO DI SCENEGGIATURA E DRAMMATURGIA

LA DODICESIMA OFFRE UN PERCORSO DI FORMAZIONE IN SCENEGGIATURA E DRAMMATURGIA, ADATTO A TUTTI: DAI PRINCIPIANTI AI FUTURI AUTORI PIÙ ESPERTI.

Docente: Martina Vogric, sceneggiatrice e drammaturga con esperienza in cinema e teatro.

Il corso offre un percorso completo per chi vuole imparare a scrivere storie per teatro, cinema e audiovisivo, sviluppare personaggi convincenti e strutturare trame efficaci. Gli studenti acquisiranno competenze pratiche, strumenti teorici e la possibilità di vedere il proprio lavoro messo in scena.

Cosa offriamo

  • Lezioni pratiche e teoriche, con esercizi mirati di scrittura creativa e drammaturgica.

  • Analisi di testi teatrali e cinematografici, per capire le strutture narrative e le tecniche dei professionisti.

  • Laboratori di gruppo, per sviluppare sceneggiature collaborative e ricevere feedback.

  • Progetto finale: realizzazione di una sceneggiatura di cortometraggio o spettacolo, messa in scena dai corsi di recitazione della scuola.

Obiettivi e Finalità

  • Stimolare la creatività narrativa e la capacità di scrivere storie coerenti e coinvolgenti.

  • Allenare la strutturazione di personaggi, dialoghi, conflitti e climax narrativi.

  • Offrire un percorso di formazione pratica, con la possibilità di vedere la propria sceneggiatura trasformata in spettacolo.

  • Favorire lo scambio creativo tra studenti, insegnante e altri corsi artistici della scuola.

Cosa imparerai

  • Sintesi e storytelling: trasformare idee in trame coerenti.

  • Struttura in tre atti: inizio, svolgimento e conclusione efficaci.

  • Creazione dei personaggi: protagonisti, antagonisti e ruoli secondari credibili.

  • Conflitti e ostacoli: il motore della storia e come usarlo per coinvolgere il pubblico.

  • Dialoghi realistici: tecniche per rendere i dialoghi vivi, efficaci e naturali.

  • Adattamento creativo: trasformare esperienze, aneddoti o materiali visivi in testi sceneggiati.

Durata & Orario

  • Corso annuale: novembre – giugno

  • Giorno e orario delle lezioni: mercoledì 18:30‑21:30 (3 ore a incontro)

  • Modalità di partecipazione: lezioni in presenza presso la sede di Spinaceto

Tariffe & Promozioni

  • Quota sociale annuale: € 25,00
    Include:
    • 25% di sconto sul secondo corso frequentato
    • uso gratuito degli spazi comuni con WiFi
    • biglietti ridotti per spettacoli ed eventi
    • possibilità di proporre iniziative artistiche

  • Corso di sceneggiatura e drammaturgia:
    • Pacchetto annuale (novembre‑giugno) – € 280
    • Pacchetto trimestrale – € 100 (da concordare disponibilità)

  • Sconti speciali:
    • 10% under 18 e over 60
    • 10% studenti/dipendenti Università Tor Vergata / Policlinico Tor Vergata

Requisiti di iscrizione

  • Aperto a tutti, principianti inclusi.

  • Nessuna esperienza obbligatoria, ma passione e motivazione sono fondamentali.

  • Numero di posti limitato, iscrizione consigliata per tempo.

Domande Frequenti – FAQ

Quando posso iscrivermi?
Le iscrizioni sono aperte tutto l’anno fino a esaurimento posti.

Devo avere esperienza di scrittura?
No, il corso è adatto anche a principianti.

Quanto dura una lezione?
3 ore a incontro, una volta a settimana.

Ci saranno esercitazioni pratiche?
Sì, tutte le lezioni prevedono esercizi pratici individuali e di gruppo.

C’è un progetto finale?
Sì, gli studenti realizzeranno una sceneggiatura messa in scena dai corsi di recitazione della scuola.

Come faccio a iscrivermi?

  1. Compilare il modulo di iscrizione in segreteria o online.

  2. Versare la quota sociale annuale (€ 25).

  3. Concordare il pacchetto e l’orario delle lezioni con la segreteria.

Concerto di Musica Classica <span class="dashicons dashicons-calendar"></span>

Concerto di Musica Classica

Stagione 22-23

teatro della dodicesima

CONCERTO DI MUSICA CLASSICA

CON LA PIANISTA
CLAUDIA SQUARCIAFICHI

Concerto di musica classica con la pianista Claudia Squarciafichi

One-man show fatto di ritmi affabulanti, umorismo allucinato, trasformismo, performance sceniche e vocali. Spettacolo per attore solo, parlato a più voci, comico suo malgrado.
La fine del mondo è alle porte, questo almeno è ciò che si sente mormorare alle finestre, nelle strade, alla radio.
Si porta sulla scena un’umanità confusa che non sa dove aggrapparsi, se non alla propria miseria.
I personaggi appaiono come cellule impazzite, sproloquiano, si parlano addosso. 
Un delirio organizzato per mettere alla berlina questa umanità che sbraita sulla vita, sulla morte e su un dio che non risponde.
E’ un’umanità che si crede chissà chi, che si porta dietro l’arroganza e la colpa di voler parlare di un altrove, di un dio che fa scopa con l’inconoscibile, con l’indicibile. E’ la volgarità di voler spiegare qualcosa, quando niente si può spiegare.
La scena è nuda e cruda, a riempire lo spazio i quadri sonori disegnati vocalmente con l’aiuto della loop station che continua ad essere, come nei lavori precedenti, elemento di scrittura scenica e drammaturgia musicale.

BREVE SINOSSI
Il caos è prossimo a venire. Questo è ciò che si auspica l’uomo che, non potendo nulla contro la sua miseria, si fa portavoce e bandiera di popolo e si rivolge al suo dio. Invano. La contemporaneità s’attacca alle facezie e danza claudicante su versi sciolti che narrano di dei pagani e amori sbilenchi che aspettano chissà da quando, per tragici equivoci da commedia degli errori. Così il popolo s’agita e, per trovare un posto nel mondo, prova a darsi un compito da fare – cucinando nel cuore della notte, sproloquiando su ciò che sarà, gridando senza veli la propria dispersione – e si fa timidamente avanti, con tutta l’ingenuità del caso, una riforma strutturale cialtrona, con un programma teocratico tout court, infarcito di estremismo confuso e dozzinale. C’è chi spera nella fine e chi, con malcelato cinismo, la fine dice di averla vissuta già, chissà quante volte.
“E’ la fine di un’Era. E’ la fine di tutto. E’ la fine di niente, se ricomincia tutto”.

Favole in musica <span class="dashicons dashicons-calendar"></span>

Favole in musica

Stagione 22-23

teatro della dodicesima

Favole in musica

ALCHIMIE SONORE

“Favole in Musica” è un progetto che si pone come scopo quello di presentare al pubblico un’ampia gamma di generi musicali che spaziano dal classico al moderno, e, sulla falsa riga di “Pierino e il lupo” di Sergej Prokofiev, di rendere facilmente fruibile ognuno di essi grazie alla presenza di una voce recitante, con la quale la musica dialogherà e si intreccerà.

I testi narrati saranno favole, fiabe o brevi storie prese dai diversi paesi e dalle diverse culture del mondo. La messa in musica è affidata a giovani compositori. “La volpe e la pernice”, “Il macinino che macina in fondo al mare”, “Tikki Tikki Tembo”, “Favole al telefono”, “Aladdin” sono alcune delle storie selezionate.

L’esecuzione sarà affidata al quartetto di flauti “Alchimie Sonore”. Il flauto è uno strumento flessibile, agile e intenso, con origini antiche, ma anche molto utilizzato dai compositori moderni per le sue grandi potenzialità effettistiche. Nel quartetto sono presenti flauti di varie taglie, dal basso all’ottavino.

“Favole in Musica” riporta gli adulti a rivivere le favole per l’infanzia con nuovo interesse e porta i bambini ad apprezzare e comprendere la musica colta; è un progetto universale, per famiglie, scuole e teatri. La favola, come la musica, non invecchia mai.

Flautisti: Francesca Duca, Federico Martino, Alessandro Pace, Davide Stanzione

Voce: Antonio Sapio

 
 

One-man show fatto di ritmi affabulanti, umorismo allucinato, trasformismo, performance sceniche e vocali. Spettacolo per attore solo, parlato a più voci, comico suo malgrado.
La fine del mondo è alle porte, questo almeno è ciò che si sente mormorare alle finestre, nelle strade, alla radio.
Si porta sulla scena un’umanità confusa che non sa dove aggrapparsi, se non alla propria miseria.
I personaggi appaiono come cellule impazzite, sproloquiano, si parlano addosso. 
Un delirio organizzato per mettere alla berlina questa umanità che sbraita sulla vita, sulla morte e su un dio che non risponde.
E’ un’umanità che si crede chissà chi, che si porta dietro l’arroganza e la colpa di voler parlare di un altrove, di un dio che fa scopa con l’inconoscibile, con l’indicibile. E’ la volgarità di voler spiegare qualcosa, quando niente si può spiegare.
La scena è nuda e cruda, a riempire lo spazio i quadri sonori disegnati vocalmente con l’aiuto della loop station che continua ad essere, come nei lavori precedenti, elemento di scrittura scenica e drammaturgia musicale.

BREVE SINOSSI
Il caos è prossimo a venire. Questo è ciò che si auspica l’uomo che, non potendo nulla contro la sua miseria, si fa portavoce e bandiera di popolo e si rivolge al suo dio. Invano. La contemporaneità s’attacca alle facezie e danza claudicante su versi sciolti che narrano di dei pagani e amori sbilenchi che aspettano chissà da quando, per tragici equivoci da commedia degli errori. Così il popolo s’agita e, per trovare un posto nel mondo, prova a darsi un compito da fare – cucinando nel cuore della notte, sproloquiando su ciò che sarà, gridando senza veli la propria dispersione – e si fa timidamente avanti, con tutta l’ingenuità del caso, una riforma strutturale cialtrona, con un programma teocratico tout court, infarcito di estremismo confuso e dozzinale. C’è chi spera nella fine e chi, con malcelato cinismo, la fine dice di averla vissuta già, chissà quante volte.
“E’ la fine di un’Era. E’ la fine di tutto. E’ la fine di niente, se ricomincia tutto”.

Il Diario di Irene Bernasconi <span class="dashicons dashicons-calendar"></span>

Il Diario di Irene Bernasconi

Stagione 22-23

teatro della dodicesima

Il Diario di Irene Bernasconi

DI E CON LAURA NARDI

A CURA DI E CON LAURA NARDI
COLLABORAZIONE ARTISTICA DI SIMONE FAUCCI E AMANDIO PINHEIRO
CONSULENZA STORICA E
ANTROPOLOGICA DI
ELIO DI MICHELE E ROBERTA TUCCI
MARIONETTE DI FRANCESCA TURRINI

Teatro Causa

presenta

Il diario di Irene Bernasconi

A cura di e con Laura Nardi
Collaborazione artistica di Simone Faucci e Amandio Pinheiro
Consulenza storica e antropologica di Elio Di Michele e Roberta Tucci
Marionette di Francesca Turrini

“Il diario di Irene Bernasconi” è uno spettacolo tratto dal diario omonimo, pubblicato all’interno del libro “I granci della marana. Irene Bernasconi e la Casa dei Bambini di Palidoro”, a cura di Elio Di Michele, autore insieme a Lorenzo Cantatore, Ezio Di Genesio Pagliuca, Hilda Girardet, Marta Mattiuzzo, Nina Quarenghi, Laura Rossin, Egildo Spada e Marcello Teodonio (Edizione Il Formichiere).

Nel 1915 Irene Bernasconi, figlia di una famiglia benestante, istruita presso la Società Umanitaria di Milano nel nuovissimo Metodo Montessori, fu chiamata dal Comitato delle Scuole dei contadini per l’Agro romano e le Paludi Pontine, a dirigere a Palidoro la “Casa dei bambini secondo il Metodo Montessori”, una delle prime scuole rurali di cui abbiamo testimonianza.

Il Comitato delle Scuole dei contadini per l’Agro romano e le Paludi Pontine fu un grande laboratorio pedagogico che, nei primi anni del Novecento, vide coinvolti nomi illustri – malariologi, intellettuali, artisti e educatori – quali Angelo Celli, Sibilla Aleramo, Anna Fraentzel, Ettore Marchiafava, Giambattista Grassi, Dullio Cambellotti, Carlo Segrè, Alessandro Marcucci.

A soli 29 anni e in un’Italia appena entrata nel conflitto mondiale, Irene, “spinta da un sentimento umanitario”accetta l’invito, lascia il Canton Ticino e la famiglia cara per fare scuola “in un posto dove non voleva andare nessuno”.

I suoi piccoli scolari sono figlie e figli dei guitti, popolazione seminomade, i più umili, i più sfruttati, i più miserabili lavoratori della terra, che, lasciate le case della Ciociaria, giungevano a Palidoro in autunno per poi fuggirsene all’inizio dell’estate, scacciati dallo spettro della temibile malaria.

Le maestre montessoriane erano tenute a redigere un diario scolastico. Da questo e da un diario privato che la maestra tenne durante la permanenza a Palidoro, è tratto lo spettacolo “Il diario di Irene Berrnasconi”.


In scena, l’attrice e regista Laura Nardi, con l’ausilio di venti marionette, ripercorre l’anno che Irene trascorse con i suoi piccoli scolari. Un incontro struggente tra due culture, tra una giovane donna e il suo fiero impegno civile e la bellezza di una cultura contadina antica e sottovalutata.
Una storia straordinaria, vera e sconosciuta, un esempio di lotta e di speranza.

One-man show fatto di ritmi affabulanti, umorismo allucinato, trasformismo, performance sceniche e vocali. Spettacolo per attore solo, parlato a più voci, comico suo malgrado.
La fine del mondo è alle porte, questo almeno è ciò che si sente mormorare alle finestre, nelle strade, alla radio.
Si porta sulla scena un’umanità confusa che non sa dove aggrapparsi, se non alla propria miseria.
I personaggi appaiono come cellule impazzite, sproloquiano, si parlano addosso. 
Un delirio organizzato per mettere alla berlina questa umanità che sbraita sulla vita, sulla morte e su un dio che non risponde.
E’ un’umanità che si crede chissà chi, che si porta dietro l’arroganza e la colpa di voler parlare di un altrove, di un dio che fa scopa con l’inconoscibile, con l’indicibile. E’ la volgarità di voler spiegare qualcosa, quando niente si può spiegare.
La scena è nuda e cruda, a riempire lo spazio i quadri sonori disegnati vocalmente con l’aiuto della loop station che continua ad essere, come nei lavori precedenti, elemento di scrittura scenica e drammaturgia musicale.

BREVE SINOSSI
Il caos è prossimo a venire. Questo è ciò che si auspica l’uomo che, non potendo nulla contro la sua miseria, si fa portavoce e bandiera di popolo e si rivolge al suo dio. Invano. La contemporaneità s’attacca alle facezie e danza claudicante su versi sciolti che narrano di dei pagani e amori sbilenchi che aspettano chissà da quando, per tragici equivoci da commedia degli errori. Così il popolo s’agita e, per trovare un posto nel mondo, prova a darsi un compito da fare – cucinando nel cuore della notte, sproloquiando su ciò che sarà, gridando senza veli la propria dispersione – e si fa timidamente avanti, con tutta l’ingenuità del caso, una riforma strutturale cialtrona, con un programma teocratico tout court, infarcito di estremismo confuso e dozzinale. C’è chi spera nella fine e chi, con malcelato cinismo, la fine dice di averla vissuta già, chissà quante volte.
“E’ la fine di un’Era. E’ la fine di tutto. E’ la fine di niente, se ricomincia tutto”.

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